Limitiamo nuove pandemie: basta fondi pubblici agli allevamenti intensivi
“Migliorare la salute dell’uomo e degli animali, insieme a quella delle piante e dell’ambiente, è l’unico modo per mantenere e preservare la sostenibilità del Pianeta” ci ha detto la professoressa Ilaria Capua, direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, quando l’abbiamo contattata per la sua vasta esperienza a tema.
Per la professoressa Capua, come per Greenpeace, la salute umana è indissolubilmente legata alla salute degli animali e della natura. Avremo un Pianeta e una vita sani solo se cambiamo drasticamente il modo in cui trattiamo gli altri esseri viventi, animali negli allevamenti intensivi compresi.
Un dato su tutti: oltre il 70% della superficie agricola della Terra è destinato alla produzione di carne e prodotti di origine animale, considerando i pascoli, le coltivazioni per la mangimistica e gli allevamenti. L’allevamento degli animali e l’agricoltura industriale sono il principale motore della distruzione globale delle foreste e i ricercatori stimano che il 31% delle epidemie di malattie emergenti siano legate al cambiamento nell’uso del suolo – tra queste HIV, Ebola e Zika – collegati all’invasione umana nelle foreste pluviali tropicali.
Si stima che il 73% di tutte le malattie infettive emergenti provenga da animali e che gli animali allevati trasmettano agli esseri umani un grande numero di virus, come i coronavirus e i virus dell’influenza. Questo sembra particolarmente vero per gli allevamenti intensivi di pollame e suini, nei quali gli animali sono tenuti a stretto contatto e in numero molto elevato, oltre che movimentati su grandi distanze, possano far aumentare la trasmissione di malattie.
Salviamo i piccoli agricoltori
Se continuiamo a spingere gli animali selvatici a contatto con le persone e a concentrare gli animali in allevamenti sempre più grandi, il Covid–19 non sarà purtroppo l’ultima emergenza che dovremo subire. L’Ue e i governi nazionali devono salvare gli agricoltori su piccola scala colpiti da questa crisi e smettere di sostenere il sistema degli allevamenti intensivi.